PARLARE DI PACE È FACILE, COSTRUIRLA MENTRE INFURIANO GUERRE E STRAGI È COMPLESSO

Marciare, radunarsi, chiedere che i civili di Gaza abbiano cibo, acqua, medicine, è giusto e va fatto ed è stato fatto.

Marciare, radunarsi in decine di migliaia per chiedere che Hamas si ritiri dal potere che esercita contro i civili di Gaza, usandoli come scudi umani, sottraendo il loro cibo, esponendoli ad ogni tragedia di morte e riconsegni ad Israele gli ostaggi che ancora detiene, sarebbe giusto fosse fatto e non è stato fatto.

Ai pacifisti non sempre pacifici, e quasi sempre lontani dalla realtà ed immersi nelle loro utopie ed ideologie, non viene in mente, neppure dopo più di tre anni di morte e distruzione in Ucraina, di sfilare e chiedere alla Russia, a Putin di cessare il fuoco, di sedersi ad un tavolo di trattative serie, senza le ridicole telefonate con Trump nelle quali, probabilmente, parlano più di possibili affari che di decisioni necessarie a salvare la vita e la libertà di milioni di persone, russi compresi.

Parlare di pace è facile, costruire la pace mentre infuriano guerre e stragi è complesso e richiede un impegno costante ed una conoscenza profonda delle realtà antiche e presenti e delle psicologie di coloro che per scelta o per destino sono diventati i protagonisti di questi anni sciagurati, doti che al momento non appaiono.

Costruire la pace significa anche sapere quali sono i presupposti e necessari per poterla mantenere una volta raggiunta ed è certo che senza il rispetto del diritto internazionale, della libertà dei popoli, della sicurezza territoriale, dell’integrità nazionale qualunque pace diventa effimera.

Certo non vi sarà nessuna pace tra Russia ed Ucraina fino a che Trump continuerà a porsi come mediatore e a comportarsi come un ondivago, inconcludente, supporter di Putin, quando il presidente degli Stati Uniti paragona  Putin  e Zelensky a due ragazzini che litigano nel parco mentre continua la strage di civili in Ucraina è ormai evidente quanto sia scoordinato dalla realtà e costretto ad accettare che non è in grado di imporre la pace promessa ed è incapace di aiutare l’Ucraina come sarebbe suo dovere.