PARLAR DI CORDA IN CASA DELL’IMPICCATO

Non è necessario scomodare esperti dei complessi  meandri della mente, a qualunque scuola di pensiero si appartenga, per comprendere che le parole di Trump contro il presidente ucraino scaturiscano dal suo inconsapevole sapere di essere lui un narciso, un vecchio desideroso di lasciare, come Putin, un segno nella storia, prima di morire, e se quel segno sarà nefasto per molti e per molti anni cosa gli importa?
Parlar di corda in casa dell’impiccato, Trump parlando di Zelensky parla in gran parte di se stesso.
Un vecchio narciso, come dimostra il suo agire con il potere, con le donne, con le persone in genere, che cerca in Musk la linfa vitale, una linfa che unisce la follia di entrambi, l’uno che vuole guidare il mondo, l’altro che vuole asservire  i cieli, costi  quel che costi.
Finito da tempo negli Stati Uniti il mito dell’eroe buono alla John Wayne ora è il tempo dei deboli di pensiero che si fanno forti colpendo altri deboli, il tempo  dei super ricchi, che possono licenziare in un giorno  decine di migliaia di persone, senza neppure sapere chi sono.
Non si cerca la pace dando ragione al paese aggressore, delegittimando Zelensky con palesi menzogne, pensando di umiliare il popolo ucraino, e nell’insieme anche l’Europa.
Trump e Putin andranno sicuramente d’accordo, almeno fino a che servirà ad entrambi, perché sono fatti della stessa pasta.
L’Europa avrà tutti i difetti del mondo, i suoi leader saranno spesso indecisi ma qualunque Europa è meglio dell’America di Trump e noi saremo sempre con il popolo ucraino, con gli aggrediti e mai con gli aggressori, fisici o verbali che siano.