NIENTE DAZI A RUSSIA, BIELORUSSIA, COREA DEL NORD, CUBA

La decisione di Trump di non mettere dazi a Russia, Bielorussia, Cuba e Corea del Nord, tutti Stati collegati tra loro non solo da una comunanza di sistema politico ma anche da importanti alleanze militari, non è una scelta economica, come sostiene la portavoce della Casa Bianca, ma politica.

Caroline Leavitt ha sostenuto, ad esempio, che la Russia sia stata esclusa dai dazi in quanto non vi sono scambi commerciali significativi con gli Usa. In effetti, dopo l’invasione dell’Ucraina, gli scambi economici tra Russia e Usa sono calati a 3,5 miliardi di dollari nel 2024. 

La Leavitt ha però dimenticato un dato molto significativo che dimostra l’infondatezza delle sue argomentazioni: i dazi Trump li ha imposti anche a Paesi infinitamente piccoli, come Tokelau, Paese del Pacifico che ha 1500 abitanti, o le Isole Svalbard nel circolo polare artico, che conta 2500 abitanti e dazi sono stati imposti anche a Paesi come Mauritius e Brunei con i quali gli Usa hanno scambi economici molto inferiori rispetto a quelli con Mosca.

Può sembrare fantapolitica immaginare che la decisione di Trump su Russia, Bielorussia, Cuba e Corea del Nord sia originata dalla ‘simpatia’ che il presidente americano mostra verso Putin e da una certa invidia per la possibilità dello zar russo di assumere qualunque tipo di decisione, anche le più negative per il suo Paese, senza avere quelle imponenti manifestazioni di piazza che si sono viste invece negli Usa anche in questi giorni contro la politica dello stesso Trump? 

In ogni caso: la ‘simpatia’ di Trump per Putin ha portato alla conseguenza che anche i Paesi alleati di Putin hanno beneficiato di questa singolare attitudine trumpiana verso alcune dittature.

Rimane per noi europei la necessità di agire finalmente uniti, non con l’isteria che la caduta delle Borse può procurare, ma con la consapevolezza che le nostre imprese possono trovare giovamento, se la politica le sostiene, dall’indirizzare la loro attenzione anche verso altri mercati. Infatti, in ogni settore, la diversificazione evita traumi quando si creano situazioni di conflitto con partner economici o produttori di beni essenziali, quanto è avvenuto col gas russo ne è l’esempio.

Certamente è necessario e urgente sviluppare e completare finalmente il mercato interno europeo eliminando quella parte di regole e impedimenti che hanno ad oggi penalizzato imprese e consumatori.