Possiamo dirlo in estrema tranquillità: a molti l’annuncio di un Papa degli Stati Uniti ha lasciato perplessi e rattristati, da tempo Stati Uniti significano Trump, esternazioni, azioni ed immagini che non possiamo condividere e ci preoccupano.
Poi è apparso Lui, il Papa, Leone XIV, il suo sorriso semplice e contagioso, la sua commozione, altrettanto contagiosa, le sue parole che sono arrivate dirette, parole di pace di fede, di speranza e carità.
Poi i primi giorni, il ricordo di Papa Francesco e di San Giovanni Paolo II, i riferimenti alla dottrina sociale della Chiesa, il riferimento costante alla Madonna, gli incontri con le persone, l’invito ai cardinali a lavorare insieme e sempre quel suo sorriso rivolto a tutti ed a ciascuno perché nessuno più si senta escluso.
Non avremo paura se continueremo ad avere sul soglio di Pietro chi dimostra, con serena semplicità ed altrettanta determinazione, che la vita non è un dono solo per noi stessi.
Ogni giorno c’è qualcuno che ha bisogno della nostra carità, ogni giorno, ovunque possiamo, siamo chiamati a portare la speranza, attraverso la fede, di costruire una società più giusta.
Mentre la violenza, in ogni dove e di ogni tipo, sembra crescere e troppe intelligenze perdono la capacità di distinguere il reale dal virtuale, mentre si è più attenti a cercare di conquistare Marte che a salvare la Terra e il denaro facile, il potere prevaricatore, l’indifferenza, il capitalismo autoreferenziale e miope opprimono tante persone e popoli non avremo paura di tendere la mano a chi ha bisogno e di opporci a chi lo opprime.
Come Leone I riusciremo a fermare i tanti Attila di oggi.