Mentre il mondo è sospeso in attesa delle conseguenze che porteranno, a noi e alle future generazioni, gli accordi o disaccordi tra Trump e Putin, la vita continua e alcuni consiglieri regionali della Lombardia hanno dato vita ad una proposta di legge per alcune tipologie di cane, il loro benessere e la pubblica incolumità.
La proposta, lacunosa, inesatta, pericolosa per certi aspetti, se fosse adeguatamente modificata potrebbe anche avere un senso se, con i suoi articoli, andasse a colpire il traffico illegale di cuccioli, la detenzione di animali utilizzati per combattimenti o per specifiche aggressioni, stanziasse i soldi necessari a rimettere a posto i canili pubblici e i rifugi privati, creasse spazi ad hoc per i cani in città (quelli attuali sono ridicoli), mettesse l’obbligo a chi vende un cane di consegnare i documenti vaccinali e dello stato di salute del cucciolo e della madre, che l’acquirente deve sempre poter vedere.
Così mentre continuiamo a sostenere l’Ucraina e che al tavolo negoziale ci debba essere anche l’Europa, a pieno titolo, oggi con la regione Lombardia, ci occupiamo anche dei cani, con alcune osservazioni sulla proposta di legge.
Fa onore alla Regione Lombardia cercare soluzioni che portino ad una migliore e più sicura convivenza tra esseri umani e cani.
A volte però la fretta, o la conoscenza non approfondita del problema, producono errori che, se non corretti, causano danni per tutti.
Non tutte le razze canine sono iscritte all’Enci perciò gli esperti Enci non devono poter valutare razze non iscritte presso l’ente.
Qualunque norma non può ledere la libertà personale ed i diritti conseguenti.
La proposta di legge non dice che la vendita di cani avviene non solo tramite allevatori di professione o amatoriali ma, purtroppo, anche via internet e attraverso canali criminali. Dovrebbe essere nota alla Regione la strenue e non sufficiente, per l’ampiezza del problema, sorveglianza ed attività delle forze di polizia e dei carabinieri per contrastare il traffico illegale di cuccioli provenienti dall’estero. Su questo aspetto la proposta di legge non si esprime ignorando uno dei problemi più gravi, proprio in Lombardia, perché molti di questi cani importati illegalmente hanno problemi caratteriali in quanto sottratti anzitempo alla madre.
Rende perplessi che si cerchi in modo surrettizio, e cambiandole nome, di rintrodurre una lista di cosiddetti cani pericolosi, lista già bocciata nel 2003.
Non si parla in modo adeguato di rieducazione del cane, in caso di necessità, attraverso istruttori professionisti atti a reinserire l’animale anche nella stessa famiglia di provenienza.
Non si parla di istituire l’obbligo, per gli allevatori, di segnalare, ad un apposito ufficio regionale, la vendita di cani appartenenti alle razze considerate pericolose fornendo i dati del nuovo proprietario.
Non si tiene in alcun conto la sensibilità del cane, essere senziente a tutti gli effetti e legato al proprio conduttore, alla famiglia, da vincoli forti ed importanti per la sua serenità psicofisica.
Non si affronta la copertura economica per la costruzione di nuove strutture dove i cani, sottratti al proprietario, dovrebbero essere collocati.
Non vi è nessuna postazione in bilancio per ristrutturare i canili esistenti, purtroppo pieni di cani abbandonati, spesso con strutture fatiscenti e carenza di personale.
Non si tiene in considerazione che i cittadini possessori di cani, già oberati da molti problemi per la vita in città, potrebbero, di fronte a nuove norme vessatorie, o che comunque implicano ulteriori disagi e perdite di tempo, rinunciare al possesso del cane, creando nuovi affollamenti nelle strutture, o decidere di non acquistarlo o salvarlo proprio dal canile.
E’ ormai scientificamente provato che la convivenza con un animale è utile all’equilibrio delle persone e dei bambini, che gli animali sono una grande compagnia per le persone sole, pertanto non vanno prese iniziative, emanate norme che possano dissuadere le persone ad avere un cane.
La lista dei cani, preparata dalla Regione, che devono essere osservati è preceduta da una serie di caratteristiche che dovrebbero far individuare i cani per i quali i proprietari dovrebbero seguire dei corsi e sottoporsi a degli esami, queste caratteristiche coincidono anche con quelle di animali che non sono nella lista e non coincidono con cani che sono nell’elenco, sono ignorate razze come il pastore tedesco, il pastore belga, il dobermann ma è inopinatamente inserito il cane lupo italiano,
Il cane lupo italiano, presente oggi sul territorio italiano con poco più di duecento esemplari, è una razza tutelata dal Ministero dell’Agricoltura. Il lupo italiani non si può vendere, può essere solo dato in affido sotto il costante controllo del AAALI l’associazione che ne detiene la proprietà e ne ha la responsabilità anche per la riproduzione.
Questo cane non ha nessuna delle caratteristiche descritte nella proposta di legge.
Da queste brevi considerazioni si evince non solo la necessità di abolire la lista così come è stata redatta ma di addivenire a quelle modifiche ed aggiunte indispensabili a rendere la proposta di legge organica ed utile, in caso contrario sarebbe bene che i proponenti si occupassero di studiare meglio il problema e si occupassero, intanto, di altre urgenti necessità dei cittadini lombardi…